Qui i protagonisti sarete Voi con tele e pennelli insieme a chi sconosciuto nessuno ha dato un muro dove appendere la propria vita…si, perché attraverso l’Arte, in qualunque forma si intenda, passa la propria vita.
L’arte caratterizza, scandisce il tempo che passa in tecniche adoperate ed evoluzioni personali.
Ognuno di Noi è capace di farlo…deve solo prendere in mano i colori e disegnare il proprio viaggio.
Dalla “storia dell’arte” passa l’arte in generale e da ogni forma che la caratterizza….dal cibo, espressione sublime delle forme di arte, che oltre a nutrire il corpo nutre la mente stuzzicandola a tale punto, da far venire fuori il “made in Sicily“, dello stretto legame tra barocco e cibo; la cultura per la gastronomia: il collegamento fra terra e mente.
La Sicilia appunto, dove il territorio e le sue ricchezze offrono fonti di ispirazione e lavoro concreto: la terra e il mare.
La percezione tattile, la terra, e l’ideale, il sogno, l’immaginario, il mare appunto.
L’Arte è l’unica forma di pasta o nota musicale che rappresenta tutti e cinque i sensi….la odori, la senti, la tocchi, la vedi e la gusti, ma è l’unica a dare vita al sesto senso che ho voluto aggiungere al mio progetto: l’Esperienza; è fatta di tutti i sensi perché tutti concorrono a formarla e a darle spazio e importanza.
L’Esperienza è personale, spesso si usa questa forma per dare bene il senso di appartenenza, ed è quella giusta.
Non esiste un’esperienza uguale ad un altra, ognuna di questa è Unica irripetibile inimitabile e straordinaria, proprio come ognuno di Noi è, dobbiamo solo iniziare a creare con curisoità e impegno quella più importante della nostra vita….la Vita stessa.
La caratteristica principale del barocco è la linea curva che i grandi artisti attribuivano alle facciate delle Chiese, per esempio, facendolo divenire un organismo plastico che segna il passaggio dallo spazio interno alla scena urbana; e alle forme curve è legata la cucina italiana, ed è proprio il barocco nella nostra Sicilia a rappresentare e ad essere protagonista di moltissime città facendole diventare con i volti delle statue, fonte di grande teatralità e coinvolgimento del pubblico, palcoscenici teatrali unici spettacolari.
La leggenda di Colapesce
Nella sua versione più conosciuta, quella palermitana, si narra di un certo Nicola (Cola di Messina), figlio di un pescatore, soprannominato Colapesce per la sua abilità nel muoversi in acqua; di ritorno dalle sue numerose immersioni in mare si soffermava a raccontare le meraviglie viste e, talvolta, a riportare tesori.
La sua fama arrivò al re di Sicilia ed imperatore Federico II di Svevia che decise di metterlo alla prova: il re e la sua corte si recarono pertanto al largo a bordo di un’imbarcazione e buttarono in acqua una coppa che venne subito recuperata da Colapesce. Il re gettò allora la sua corona in un luogo più profondo e Colapesce riuscì nuovamente nell’impresa. La terza volta il re mise alla prova Cola gettando un anello in un posto ancora più profondo ed in quell’occasione Colaspesce non riemerse più.
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