Documenti storici inediti – 98 dei quali saranno visibili fino a fine settembre – che permettono di capire sessant’anni dopo come è nato uno dei libri più noti dello scrittore agrigentino. Nel carteggio si evidenziano suggerimenti e riflessioni relativi alla composizione del testo, alla scelta dei capitoli, del titolo, della copertina creata in esclusiva dal pittore e incisore Nino Caffè e persino al numero di copie da stampare.
Toni gentili, eleganti e rispettosi, tra i due pilastri della cultura editoriale del secondo dopoguerra. Ecco alcuni estratti . Così scrive Vito Laterza il 20 febbraio 1956: “Caro Sciascia, tra qualche giorno riceverà le copie de Le parrocchie di Regalpetra. Spero che l’edizione Le piaccia. Io sono sempre più convinto del valore del Suo lavoro e sono certo che la collana si arricchisce di un libro importante. Faremo di tutto per il migliore lancio e La terremo informata. Mi auguro di rivederLa presto: intanto Le rinnovo i miei più schietti ringraziamenti e la saluto cordialmente”.
La risposta di Sciascia arriva all’editore qualche giorno dopo, la lettera è datata 29 febbraio 1956: “Caro dr. Laterza, il libro è bellissimo, ne sono felice. La sopracoperta è poi deliziosa. Non Le saprò mai esprimere tutta la gratitudine che Le debbo: e per aver pubblicato il libro e per le indicazioni e i suggerimenti che ha saputo darmi. Se il libro è davvero buono (e Le confesso che sto rileggendo con un certo gusto) è a Lei che lo devo: e lo dico con la più aperta convinzione”.
Tra le lettere anche alcune anticipazioni su quello che diventerà il romanzo più amato dai lettori di Sciascia e cioè Il giorno della civetta, pubblicato, dalla casa editrice Einaudi, nel 1961, dal quale è stato tratto l’omonimo film di Damiano Damiani.
La mostra delle lettere è l’occasione per festeggiare i sessant’anni dalla data di pubblicazione del libro Le parrocchie di Regalpetra, il paese immaginario che confina – per storie, fatti e riferimenti – al paese natìo dello scrittore.
“In un periodo di crisi delle istituzioni culturali della Sicilia, la Fondazione Sciascia continua la sua attività di studio e di ricerca delle carte e dei preziosi documenti che ci ha donato Leonardo Sciascia – ha dichiarato l’assessore comunale alla Cultura, Salvatore Picone – . A breve presenteremo l’elenco completo dell’inventario delle circa 20 mila lettere che lo scrittore ha ricevuto in mezzo secolo di attività letteraria. Un lavoro – ha concluso Picone – che abbiamo accelerato due anni fa e che adesso sta per essere completato. Abbiamo fatto, in soli due anni, quello che non è stato fatto in 20″.
Dietro la realizzazione della mostra c’è un lavoro di sinergia fra la Fondazione Sciascia, di cui è vice presidente Aldo Scimè, e la Casa editrice Laterza, oltre al coinvolgimento di un gruppo di ragazzi di Racalmuto. Fra gli sponsor anche il Trame festival di cui è direttore artistico Gaetano Savatteri.
La Festa della cultura si svolgerà a Racalmuto da venerdì 27 a domenica 29 maggio, nei luoghi cari a Sciascia. Ad aprire il calendario degli appuntamenti Moni Ovadia che venerdì leggerà alcuni passi agli alunni dell’istituto comprensivo Generale Macaluso di Racalmuto. Sabato, alle 18, nella sede della Fondazione, dopo il saluto di Emilio Messana, presidente della Fondazione Sciascia, nonché sindaco di Racalmuto, si terrà il convegno dal titolo “Caro Vito, caro Leonardo…”.
All’incontro interverranno: Felice Cavallaro, Giuseppe Laterza, Salvatore Silvano Nigro. Coordinerà lo scrittore e giornalista Gaetano Savatteri. È prevista la partecipazione del sottosegretario Davide Faraone. In sala sarà presente anche Anna Maria Sciascia, una delle figlie dello scrittore. Domenica 29, a partire dalle 10, “Racalmuto legge Le parrocchie di Regalpetra”. A chiudere la tre giorni di festa Lello Analfino, David Coco, Francesca Incudine, Moni Ovadia, Kaballà.
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