Y-ourself, il progetto di turismo relazionale firmato dalla travel consultant Alessia Agnello, offre proposte di svago partendo dalle passioni dei viaggiatori.
La ragione del suo cambiamento è alta meno di un metro ed ha appena quattro anni. Perché è con la nascita del suo terzo figlio che Alessia Agnello, laureata in scienze politiche con il pallino per il mondo, sceglie di mollare un posto fisso per reinventarsi e rimettersi in gioco. E a 43 anni, non è semplice. Ma la sua idea è brillante, tanto da catturare l’attenzione di Dario Cartabellotta, allora responsabile unico del Cluster Biomediterraneo. Si è presentata nel suo ufficio, munita solo di un’idea e di una tela di un metro e cinquanta, dipinta a mano e raffigurante la Vucciria di Guttuso. Lì, in quei colori, era racchiusa tutta l’arte, la cultura, la musica, il cibo della sua Sicilia, la stessa che vuole raccontare al mondo intero e far conoscere in modo inedito attraverso il suo progetto di turismo relazionale.
Y-ourself, lo chiama, perché bisogna guardarsi allo specchio prima di ogni viaggio ed entrare in simbiosi con i luoghi, così da viverli e, finalmente, appartenervi sino ad essere se stessi, “te stesso”.
Un’idea che entusiasma Cartabellotta tanto da volerla promuovere.
“Non ho mai avuto agganci politici o “potenti” – spiega Alessia Agnello -. Mi sono presentata da perfetta sconosciuta. Ho bussato alla sua stanza, avendo con me solo il quadro. Ho raccontato la mia idea e da lì si è spalancata una porta. Expo è stata una bellissima esperienza formativa, anche a livello personale. Un’opportunità per conoscere il mondo esterno oltre la nostra Sicilia”.
E in effetti così è stato. Perché per la travel consultant che lavora sulle passioni dell’individuo offrendo possibilità turistiche, la tappa milanese è stata solo l’inizio. È lì che entra in contatto con Gal Metropoli Est e viene invitata a presentare Y-ourself anche in Francia, a Brest.
Una Francia, piena di siciliani emigrati che vogliono tornare a scoprire la Sicilia dopo anni lontani, che apre altri ponti, fino alla Bulgaria.
Dopo aver dato le dimissioni dalla società per cui lavorava, adesso si dedica al progetto come consulente di viaggio, una figura non molto conosciuta in Italia. Come un vero e proprio sarto cuce addosso il viaggio ideale, prendendo le misure dei sogni e delle passioni del viaggiatore, trasformandoli in vita. “Chiunque può costruire un viaggio – racconta Alessia -, io costruisco esperienze.
Per me sono viaggiatori e non turisti. Ascolto le loro esigenze e spesso desiderano solo sentirsi a casa, scoprire gli aspetti più autentici di un luogo e trasferire l’esperienza di viaggio in una dimensione personale che non sia standardizzata”.
Una forma di approccio alla persona che va oltre il turismo perché del tutto individuale. Si entra in contatto con la gente del posto e con il luogo, scoprendone l’autenticità. Alessia Agnello ha investito tutto su questo, facendone un vero e proprio ideale di vita. Entra in contatto con il viaggiatore non soltanto siciliano, ma del mondo.
Quel mondo che può guardare alla Sicilia solamente grazie a un’apertura, solo se prima sono stati gli stessi siciliani ad aver visto l’intero pianeta.
«Funziona come tra le persone – spiega – Se io ti invito a casa mia, per una cena e una serata insieme, ti faccio conoscere la mia famiglia, la mia vita, è buon uso e costume ricambiare quell’invito. È da persone perbene. Così i siciliani, dopo aver visto il mondo, devono invitare il mondo a visitare questa terra, essere ospitali e allontanare i luoghi comuni sulla Sicilia. Ho viaggiato moltissimo e mi sono accorta che il siciliano viene stereotipato ancora con la coppola. Io, invece, mi batto per promuovere uno scambio. Non puoi pretendere di vedere la loro terra se non fai conoscere la tua. Incontrarsi è bellissimo proprio perché si instaura un senso di reciprocità».
Sogna una Sicilia caput mundi. Sogna un futuro pieno di desideri esauditi, fondato sulla comunicazione verbale e non social. E un’esperienza senza cammini a tema, visite guidate o itinerari già scritti.
Perché Y-ourself vuole far fare al viaggiatore ciò che ha sempre desiderato: scoprire un luogo dove sentirsi a casa, riconoscersi e star bene.
E se le chiedi se esista un luogo geografico che abbia voglia di vivere così risponde senza esitazione l’Africa.
«Vorrei essere a contatto con le tribù e non godere del finto lusso. Vorrei vivere anche l’estrema povertà del continente nero con trasporto».
Per questo non è né un tour operator né un’agenzia di viaggi, ma è se stessa. Una donna e una mamma che crede ancora nei suoi sogni, nell’autenticità dei sentimenti e in una Sicilia ancora tutta da scoprire.
Quella Sicilia coast to coast in cui il turismo si innova e segue il passo del futuro, dove i porti, ad esempio, sono come il buco della serratura dal quale spiare le meraviglie del Bel Paese. Soprattutto qui, al sud, il mare è la porta d’accesso attraverso cui arrivare al territorio, osservandolo e scoprendolo. E proprio per valorizzare il patrimonio culturale e naturalistico dei luoghi della Sicilia, Signa Maris promuove il diporto come leva di ulteriore capacità di attrazione turistica, essendone parte integrante. L’app per il turismo 2.0, realizzata in cinque lingue (italiano, inglese, francese, tedesco e spagnolo) è collegata al 1530 della Guardia Costiera e fornisce informazioni utili per conoscere itinerari e bellezze artistiche in prossimità dell’approdo scelto. “Attraverso il mare”, questo il significato del nome, è un progetto del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MiBACT) che promuove le ricchezze e i sapori del territorio italiano attraverso la nascita di un nuovo sistema turistico che unisce ed integra mare e terra, con una rete di 38 marine, 17mila posti barca e il coinvolgimento di 536 Comuni del sud. Così, nel progetto finanziato dall’Unione Europea che punta allo sviluppo dell’economia marittima, le coste di Calabria, Campania, Puglia e Sicilia sono le rappresentanti dell’Italia che racconta il mare.
“Chiunque può costruire un viaggio – racconta Alessia Agnello -, io costruisco esperienze.
I miei clienti sono viaggiatori, non turisti. Spesso desiderano solo sentirsi a casa, scoprire gli aspetti più autentici di un luogo e trasferire l’esperienza in una dimensione personale”
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