Un rito millenario che si rinnova
“Un’antichissima leggenda mesoamericana racconta che in tempi molto lontani visse il Dio re Quetzalcoatl, fondatore della stirpe precolombiana che abitava le terre di “Abya Yala”, l’antico nome delle terre americane,prima che arrivassero i conquistadores.
Quetzalcoatl era un Dio saggio e benevolo. Figlio del dio azteco del cielo Mixcoatl e della dea della terra Chipalman, era venuto dall’Oriente ed aveva insegnato agli uomini tutte le leggi più sagge.
Si racconta che ai tempi di Quetzalcoatl la terra era così generosa che crescevano fiori e frutti senza richiedere la fatica del lavoro, che le pannocchie di mais erano così grandi che un uomo bastava appena per portarne una e che il cotone assumeva da solo, crescendo, i colori che i tintori avrebbero voluto dargli.
Per difendere i confini del suo regno Quetzalcoatl dovette partire, affidando alla bellissima principessa sua sposa lo sterminato tesoro che era composto di tutte le ricchezze del mondo.
Ma in assenza di Quetzalcoatl la città fu assalita dai nemici, che cercarono di costringere la principessa ad indicare loro dove fosse nascosto il tesoro. Ma non ci riuscirono.
La principessa fu uccisa, e dal sangue versato, sempre secondo la leggenda, nacque la pianta del cacao, il cui frutto nasconde un tesoro di semi amari come le sofferenze dell’amore, forti come il coraggio, e rossi come il sangue.
Quando il re tornò alla sua città e scoprì che la sua sposa era stata uccisa, volle far dono agli uomini di quella pianta che era nata, affinché per sempre fosse ricordato il coraggioso sacrificio della sua amata.
Talmente grande fu il dolore per la perdita della sua sposa che il re bevve una pozione che uno stregone gli aveva preparato, si dice, tra le altre cose, con peperoncino e semi di cacao. Ma invece di guarire uscì di senno.Si incamminò delirante fino ai confini del suo regno, e, trovata una zattera di serpenti intrecciati, fuggì in alto mare, dove scomparve, promettendo che un giorno sarebbe tornato per governare di nuovo nella gioia il suo immenso regno.”
(Cioccolose fiabe Ed. Quetzacoatl)
L’etimologia della parola ”cioccolata” è tutt’ora incerta, mentre è sicuro che l’origine della bevanda che ancora oggi gustiamo, e sicuramente ancora a Modica, in Sicilia, dove l’antico segreto della lavorazione delle fave di cacao viene tutt’oggi rispettosamente celato e celebrato ogni anno con la ”Sagra della cioccolata” si deve agli Aztechi, un altro popolo mesoamericano che, secondo la testimonianza di Thomas Cage, missionario del seicento, chiamava la bevanda ”xocoatle”, composto delle parole ”atle” (acqua) e ”xoc”,una sorta di onomatopea che restituisce il rumore che fa il miscuglio di fave e acqua pestato e sbattuto contro le pareti del recipiente per produrne la schiuma.
Y-ourself vi da appuntamento dunque a Modica, domenica 11 Novembre 2016, splendida cornice dell’entroterra siciliano in provincia di Ragusa, dove da moltissimi anni ormai si celebra il rito millenario di questa prelibatezza, con show cooking e degustazioni delle tipologie di cacao più pregiate e delle ricette più ardite, protagoniste le cioccolaterie storiche, il cui marchio è ormai conosciuto e rinomato in tutto il mondo.
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